In data 04/06/2016,
presso l'AULA MAGNA, sita nel plesso di via Mogadiscio, i
bambini frequentanti l'ultimo di scuola dell'infanzia delle
sezioni E,F,G hanno salutato la scuola dell'infanzia per poter
cominciare così una nuova avventura nella scuola primaria.
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Durante la serata,
alla presenza del dirigente scolastico, Dott.ssa Eleonora
Giuri, delle docenti di scuola dell'infanzia, del Prof. Giuseppe
de Maglio, che ha magistralmente presentato la serata e di tutti
i genitori, i bambini, oltre ad eseguire alcuni canti di
ringraziamento e di saluto alle loro maestre, sono stati i
protagonisti del cortometraggio "Piccola Storia di un Santo
Bambino", prodotto finale del progetto "Il Piccolo Desa, un
bambino come me".
Attraverso questo
progetto si è voluto approfondire la conoscenza di questo grande
Santo contestualizzando la sua vita alla nostra realtà sociale.
La nostra scuola
dell'infanzia ha scelto di analizzare ed approfondire un aspetto
della vita del Santo forse poco conosciuto rispetto agli altri,
ed è quello relativo alla sua infanzia ed al suo rapporto
affettivo con la madre e con la gente del suo tempo.
Le notizie a noi
pervenute riguardo a tale argomento sono poche e spesso poco
fedeli alla realtà storica del tempo, frutto a volte delle
interpretazioni personali degli autori.
A tal proposito,
anche noi docenti referenti del progetto, abbiamo voluto dare
un’interpretazione personale dell'infanzia di Giuseppe, proprio
attraverso il cortometraggio dal titolo " Piccola storia di un
Santo Bambino" .
Durante la
registrazione del cortometraggio i bambini hanno vissuto un
forte coinvolgimento emotivo: superato l’imbarazzo iniziale
dell’essere ripresi da una telecamera, si sono lasciati
“catturare” e hanno sperimentato sensazioni nuove, quali la
gioia di entrare in contatto con la natura zappando la terra o
sistemando la legna per accendere un fuoco, hanno vissuto sulla
propria pelle la libertà di correre nelle vie e nelle piazze del
paese, l’entusiasmo di giocare con semplici sassi o piccole
trottole e non con giochi super tecnologici, hanno provato a
interpretare il ruolo degli adulti che cucinano, stirano o
ricamano per prendersi cura dei loro cari e perfino le
preoccupazioni o la frustrazione dei genitori che non vengono
ascoltati dai figli, sensazioni contrastanti con quelle che
quotidianamente vivono stando dall’altra parte.
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